Inquinamento atmosferico: i numeri sulle emissioni industriali

In attesa che l’economia diventi green, i dati sulle emissioni non sono molto esaltanti. Il percorso è ancora lungo e l’atmosfera va tutelata meglio.

In attesa che l’economia diventi green, i dati sulle emissioni non sono molto esaltanti. Il percorso è ancora lungo e l’atmosfera va tutelata meglio.

Le grandi ciminiere industriali, che senza sosta rigurgitano nell’aria enormi quantità di fumi, rappresentano l’immagine più adatta a esprimere il concetto di inquinamento atmosferico. Pur essendo fortemente evocativa e indiscutibilmente efficace, questa rappresentazione non può però considerarsi esaustiva. In realtà, il problema non può essere circoscritto soltanto alle pur nocive emissioni industriali. Non sarebbe pertanto corretto puntare il dito soltanto contro le imprese, attribuendo unicamente a esse la colpa dell’avvelenamento dell’aria. Più equamente, le responsabilità vanno condivise, essendo le emissioni legate a doppio filo a ogni attività umana, anche a quelle svolte all’interno degli spazi domestici.

Inquinamento atmosferico: le cause principali

In seguito, esploreremo più approfonditamente le varie fonti di inquinamento atmosferico, analizzando gli impatti specifici di ciascuna categoria e esaminando le possibili strategie per mitigare tali effetti nocivi sull’ambiente e sulla salute umana.

1.    Inquinamento Naturale:

L’inquinamento naturale comprende eventi e processi innaturali che introducono sostanze dannose nell’ambiente senza diretto coinvolgimento umano ed è ali al di fuori del controllo umano immediato.  Esempi includono eruzioni vulcaniche, incendi forestali e eventi geologici.

Gli eventi come eruzioni vulcaniche possono rilasciare gas nocivi e particelle nell’atmosfera, influenzando la qualità dell’aria. Incendi forestali possono provocare deforestazione e rilasciare grandi quantità di carbonio nell’atmosfera. La gestione richiede monitoraggio, preparazione e strategie di mitigazione.

Sebbene l’inquinamento naturale non sia causato direttamente dalle attività umane, gli esseri umani possono contribuire alla gestione attraverso la prevenzione di incendi non naturali, il monitoraggio delle eruzioni vulcaniche e l’adozione di strategie di adattamento alle conseguenze.

 Certamente però l’inquinamento naturale non è la causa più importante dell’inquinamento atmosferico ce ne sono molte altre, andremo ad analizzarle nel corso dell’articolo:

2.    Inquinamento domestico: Le case non sono “carbon free”

A corroborare quanto appena detto ci sono i numeri, che non mentono. Essi sono in grado di fotografare con lucida chiarezza qualsiasi situazione, dunque anche lo stato di salute dell’ambiente atmosferico.

Ed è proprio dalla lettura delle cifre che è possibile inchiodare alle proprie responsabilità ambientali anche chi se ne sta beatamente nella comodità di casa. Stando ai dati (Fonte ISTAT – Annuario Statistico Italiano 2020), sembra infatti che le utenze domestiche costituiscano all’incirca il 45% delle emissioni di gas serra prodotte nell’intero territorio italiano, con il riscaldamento e gli usi di cucina che giocano un ruolo determinante nella produzione di quelle sostanze (come, per esempio, l’anidride carbonica e il metano) capaci di aggravare il cosiddetto “effetto serra”.

Ancor più inquietante è il dato relativo al trasporto privato; ogni volta che mettiamo in moto il nostro veicolo, contribuiamo a incidere per il 54% sulla dispersione di combustibili fossili nell’ambiente.

3.    Inquinamento delle fabbriche: Le responsabilità ambientali dell’industria

Le industrie, pur essendo motori di sviluppo economico, portano con sé implicazioni ambientali molto più importanti di quelle che abbiamo considerato fin qui.  Parliamo ora delle responsabilità ambientali dell’industria, analizzando come le attività industriali possono contribuire all’inquinamento atmosferico e idrico. Si esamineranno le categorie di inquinanti emessi e quali settori industriali sono più inclini a impattare negativamente l’ambiente.

Come le industrie rovinano l’ambiente:

Interessante e al contempo preoccupante è la lettura dei numeri riguardanti le emissioni atmosferiche dovute alle attività produttive. Tra le tante cifre evidenziate, meritano una particolare attenzione quelle relative al settore delle forniture di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata, a cui è imputabile il rilascio del 30% dei fumi nocivi prodotti dalla totalità delle imprese. Non da meno, il dato riferito al settore manifatturiero, i cui cicli produttivi gravano per il 27% sull’effetto serra. Impossibile fornire un’elencazione completa in questa sede, ove si vuol rivelare soltanto un quadro d’insieme.

 Tuttavia, va precisato che quelli appena menzionati non sono gli unici ambiti industriali in cui il business deve armonizzarsi alle esigenze di tutela ambientale. Né – è bene sottolinearlo – dedicare attenzione alla qualità dell’aria significa monitorare unicamente il rilascio di gas serra.

Come abbiamo visto le fabbriche possono inquinare l’ambiente attraverso diverse vie, rilasciando una varietà di sostanze nocive nell’aria, nell’acqua e nel suolo. Alcuni dei principali modi in cui le industrie contribuiscono all’inquinamento ambientale includono:

4.    Emissioni Atmosferiche:

Consideriamo ore il ruolo delle emissioni di gas nell’atmosfera:

1) Gas acidificanti

Tra i nemici dell’atmosfera vanno infatti annoverati anche i gas acidificanti e quelli precursori dell’ozono troposferico. Ai primi (tra i quali il biossido di zolfo) è imputabile il fenomeno delle piogge acide . A riguardo, le percentuali di emissioni più alte sono riconducibili ai seguenti settori produttivi:

Agricoltura, silvicoltura, pesca (47%);

Attività di trasporti e magazzinaggio (36%);

Industria manifatturiera (8%).

Non meno rilevante è la responsabilità delle famiglie. Ogni qualvolta si preferisce utilizzare l’auto anziché usufruire del trasporto pubblico, si favorisce il rilascio di tali sostanze, che rappresentano il 78% dell’inquinamento atmosferico generato dai privati.

2) Gas precursori dell’ozono troposferico

Tra essi rientrano alcuni elementi (come il metano, il monossido di carbonio e l’azoto) che, dispersi nell’ambiente, sono capaci di aumentare i livelli di ozono della troposfera, ossia la sezione di atmosfera più vicina alla superficie terrestre.  Da tale impennata derivano conseguenze devastanti per la salute umana, nonché per la flora e la fauna.

 Dunque, anche in questo caso ci si trova al cospetto di vapori altamente nocivi per il benessere dell’atmosfera, e anche in questo caso le responsabilità sono imputabili sia alle imprese che ai privati. Tra le prime, da segnalare le percentuali di emissione del settore manifatturiero (23%) e del business dei trasporti e del magazzinaggio (35%); quanto agli spazi domestici, in essi la produzione di questi gas nemici dell’atmosfera è pari al 45% e deriva sia dal riscaldamento che dagli usi di cucina.

5.    Inquinamento dell’Acqua:

Le industrie possono riversare nell’acqua sostanze chimiche pericolose, rifiuti industriali e contaminanti. Questo inquinamento industriale dell’acqua può danneggiare gli ecosistemi acquatici, minacciare la biodiversità e compromettere la qualità dell’acqua potabile. Settori come la produzione di carta, la lavorazione dei metalli e l’industria chimica sono noti per rilasciare contaminanti nell’acqua.

  • Scarichi industriali: Le sostanze chimiche utilizzate nei processi produttivi possono contaminare le acque superficiali e sotterranee quando vengono scaricate senza un trattamento adeguato.
  • Rifiuti liquidi: Alcune industrie, come quella chimica e metallurgica, possono generare rifiuti liquidi contenenti metalli pesanti e composti tossici.

Quali sono gli  inquinanti più pericolosi provenienti dalle industrie?

Tra gli inquinanti più pericolosi rilasciati dalle industrie ci sono sostanze chimiche tossiche come metalli pesanti, solventi organici, idrocarburi clorurati e composti organici persistenti. Questi inquinanti possono causare danni alla salute umana, compromettere la qualità dell’aria e dell’acqua, e avere effetti a lungo termine sull’ecosistema.

Quali sono le industrie che inquinano di più?

Identificare le industrie che inquinano di più dipende da diversi fattori, tra cui la natura specifica delle attività industriali, le tecnologie utilizzate e gli sforzi di gestione ambientale. Tuttavia, alcune industrie sono spesso associate a maggiori livelli di inquinamento:

1.     Industria del Carbone:

L’industria del carbone è notoriamente riconosciuta per le sue pesanti emissioni inquinanti. La produzione e la combustione del carbone per la generazione di energia rilasciano ingenti quantità di anidride carbonica (CO2), particolato fine e altri inquinanti atmosferici. Gli impianti a carbone contribuiscono significativamente al cambiamento climatico e all’inquinamento dell’aria.

2.     Industria Chimica:

Le attività dell’industria chimica coinvolgono l’uso di una vasta gamma di sostanze chimiche, molte delle quali possono essere pericolose se rilasciate nell’ambiente. La produzione e il trattamento di sostanze chimiche industriali possono generare scarichi liquidi e gassosi contaminati, con potenziali impatti negativi sulla qualità dell’acqua e dell’aria.

3.     Industria Estrattiva e Mineraria:

L’industria estrattiva e mineraria può comportare la generazione di rifiuti tossici e la deforestazione. Le attività di estrazione e lavorazione dei minerali possono avere impatti ambientali significativi, tra cui l’alterazione dei paesaggi, la perdita di biodiversità e la contaminazione del suolo e delle acque.

4.     Industria Manifatturiera Pesante:

Settori che producono materiali pesanti come acciaio, alluminio o cemento sono spesso associati a elevate emissioni di CO2 e altri inquinanti atmosferici. La produzione di materiali da costruzione, in particolare, può avere un impatto significativo sull’ambiente, contribuendo alla degradazione della qualità dell’aria e del suolo.

Quali sono le conseguenze

L’inquinamento industriale può avere una serie di conseguenze negative su diverse componenti dell’ambiente, sulla salute umana e sull’ecosistema. Ecco un elenco delle principali conseguenze dell’inquinamento industriale:

●      Impatti sulla salute umana:

L’inquinamento industriale può portare a serie conseguenze sulla salute umana, tra cui malattie respiratorie, cardiovascolari e cancerogene. Le particelle sottili e i gas inquinanti rilasciati dalle industrie possono penetrare nei polmoni e nel sistema circolatorio, causando problemi respiratori cronici e aumentando il rischio di malattie cardiache.

●      Impatti sulla biodiversità:

Le sostanze chimiche e i contaminanti rilasciati dalle industrie possono avere effetti dannosi sulla biodiversità. Gli ecosistemi acquatici e terrestri possono subire alterazioni, con conseguenze negative sulla flora e sulla fauna. L’inquinamento industriale può portare alla perdita di habitat, alla diminuzione delle popolazioni di specie selvatiche e alla compromissione dell’equilibrio ecologico.

●      Alterazioni climatiche:

Le emissioni di gas serra dall’industria contribuiscono al cambiamento climatico. Il riscaldamento globale è associato a fenomeni meteorologici estremi, cambiamenti nei modelli di precipitazione e innalzamento del livello del mare. Questi impatti climatici possono avere conseguenze dirette sulla vita umana, sull’agricoltura e sugli ecosistemi naturali.

Come ridurre l’inquinamento industriale: 4 modi

Possiamo identificare almeno 4 modi in cui è più probabile riuscire a salvaguardare il pianeta. Vediamoli insieme :

1.    Innovazione tecnologica:

Investire in tecnologie pulite e sostenibili è fondamentale per ridurre l’impatto ambientale delle attività industriali. Migliorare l’efficienza energetica, adottare processi produttivi più ecologici e implementare nuove tecnologie riducono le emissioni inquinanti.

2.    Energia rinnovabile:

La transizione verso fonti di energia rinnovabile è essenziale per ridurre l’impatto ambientale delle industrie. L‘adozione di energia solare, eolica o altre fonti rinnovabili riduce le emissioni di gas serra associate alla produzione energetica da combustibili fossili.

3.    Gestione responsabile dei rifiuti:

La corretta gestione dei rifiuti industriali, inclusa la riduzione alla fonte e il riciclo, contribuisce a evitare la contaminazione dell’ambiente circostante. La promozione di pratiche di riciclo e il trattamento sicuro dei rifiuti tossici sono cruciali per ridurre l’inquinamento industriale.

4.    Regolamentazione e coinvolgimento delle parti interessate:

Una regolamentazione ambientale robusta è essenziale per imporre norme e standard di emissione alle industrie. Il coinvolgimento delle parti interessate, inclusi cittadini, organizzazioni non governative e imprese stesse, favorisce una maggiore responsabilità e sostenibilità nell’industria.

Miglioriamo o peggioriamo

I numeri non sono certo incoraggianti, ma ciononostante si può registrare un piccolo seppur non significativo miglioramento avvenuto in tempi recenti.  Il quinquennio 2013-2017 dimostra infatti che l’Italia è stata capace di limitare la produzione di gas serra (- 2,5%) e di precursori dell’ozono atmosferico (- 4%). Il sorriso viene però smorzato dalla lettura del dato relativo all’emissione di gas acidificanti che – nel medesimo periodo – è aumentata dell’1,8%. Insomma, qualcosa di buono è stato fatto, ma il cammino è ancora lungo. La green economy è appena agli albori e in essa si confida per un cambio di mentalità che, tanto negli ambiti familiari quanto in quelli produttivi, metta al centro la Terra, dal cui benessere dipende anche il nostro.

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