Balneabilità dei mari in Campania: Goletta Verde rivela 14 luoghi inquinati

Poco confortante il verdetto di Goletta Verde sulla qualità delle acque in alcuni tratti del mare campano. Insufficiente anche l’informativa al pubblico sulla balneabilità.
Mare che bagna Napoli. Parte del Vesuviano fortemente inquinato

La 34ma edizione di Goletta Verde ha confermato ancora una volta luci e ombre circa la qualità dei mari della Campania. Esiti, questi, venuti fuori dal lavoro intrapreso dal team della storica campagna di Legambiente, a cui Esia ha fornito il proprio supporto tecnico per consentire ai volontari di Goletta Verde di verificare la qualità del mare di Napoli e provincia.

Coste a rischio da Mondragone a Pontecagnano

Gettata l’ancora nel mare campano, i tecnici di Legambiente hanno dato il via ai lavori. L’indagine, condotta nel periodo intercorso tra il 7 luglio e il 3 agosto, ha evidenziato che, su un totale di 31 tratti costieri analizzati, ben 14 hanno sforato i limiti di inquinamento previsti dalla legge; di essi, 10 sono stati giudicati fortemente inquinati e 4 inquinati. In particolare, elevati tassi di inquinamento sono stati registrati all’altezza della foce del fiume Irno a Salerno, del Savone a Mondragone, del Sarno tra Castellammare e Torre Annunziata, della foce del canale di Licola a Pozzuoli, e della foce del torrente Asa a Pontecagnano. Punti costieri non nuovi a manifestare un cagionevole stato di salute, nonostante gli esposti presentati a più riprese da Legambiente e i frequenti controlli operati dalle forze dell’ordine. Di seguito le aree più inquinate, ordinate per provincia:

Il mare di Caserta: 2 luoghi inquinati

  • Mondragone, Foce del fiume Savone: Fortemente inquinato
  • Castelvolturno, Fronte Regi Lagni: Inquinato

Napoli: 4 mari fortemente inquinati

  • Pozzuoli, Lido di Licola, Foce del canale Licola: Fortemente inquinato
  • Napoli, S. Giovanni a Teduccio, Spiaggia 50 metri a sinistra dalla foce dell’Alveo Volla: Fortemente inquinato
  • Torre Annunziata, Lungomare Marconi, Spiaggia fronte scarico: Fortemente inquinato
  • Torre Annunziata/Castellammare di Stabia, Foce del Fiume Sarno: Fortemente inquinato

Salerno: 8 aree inquinate

  • Atrani, Foce del Torrente Dragone: Fortemente inquinato
  • Salerno, Lungomare Clemente Tafuri, Foce Fiume Irno: Fortemente inquinato
  • Salerno/Pontecagnano, Torre Picentina, Foce fiume Picentino: Fortemente inquinato
  • Potecagnano Faiano, via Mare Jonio/Lungomare Magazzeno: Fortemente inquinato
  • Potecagnano/Battipaglia, Foce del Tusciano: Inquinato
  • Eboli, Marina di Eboli, Foce canale di scarico: Fortemente inquinato
  • Capaccio, Laura, Foce rio presso via Poseidonia 441: Inquinato
  • Capaccio/Agropoli, Foce del Fiume Solofrone: Inquinato

Tutti i prelievi e gli esiti in Campania

Balneabilità del mare di Napoli secondo l'indagine di Legambiente del 2020.

Modalità di valutazione delle acque

Nello svolgere il lavoro di indagine, tecnici e volontari di Goletta Verde hanno fissato, quali parametri microbiologici, gli Enterococchi intestinali e l’Escherichia coli, considerando “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri superava il limite previsto dalla normativa italiana sulle acque di balneazione, e “fortemente inquinati” quelli in cui il valore eccedeva per oltre il doppio di quanto tollerato dalla legge di riferimento.

Dubbi sulla cartellonistica di balneabilità

Oltre ad aver riscontrato preoccupanti livelli di inquinamento in alcuni tratti costieri, Goletta Verde ha altresì evidenziato che la Campania è indietro anche per quel che riguarda la cartellonistica informativa sulla balneabilità del mare. In alcuni Comuni, nonostante gli obblighi di legge vigenti ormai da alcuni anni, non è stata rintracciata la presenza di un’adeguata pubblicità che consentisse al pubblico di riconoscere la classe qualitativa del mare.

Le dichiarazioni di Legambiente Campania

A trarre le somme delle indagini svolte da Goletta Verde è stata Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania:

Anche quest’anno registriamo una fotografia delle coste campane tra luci ed ombre, con delle situazioni in alcuni punti della nostra costa che rendono bene la gravità della situazione della depurazione in Campania dove, di fronte a quella che ormai è diventata una vera e propria emergenza, poco o niente è stato fatto dalle istituzioni. Per i casi più gravi quei ‘malati cronici’ che segnaliamo da anni, proseguiremo con le nostre azioni di denuncia, chiedendo l’applicazione della legge sugli eco-reati, per risolvere le criticità che ancora minacciano la qualità e la salute dei nostri mari. Occhi puntati anche sui 475 scarichi in mare di acque reflue e altre tipologie di apporti censiti dall’Arpac. Un lavoro di mappatura importante che viene messo a disposizione delle istituzioni utile per valutare, a partire da questi scarichi, possibili fonti di impatto sulla qualità delle acque. Quello della pessima qualità delle nostre acque in prossimità delle foci, che spesso diventano fogne a cielo aperto a causa del mancato funzionamento degli impianti di depurazione, deve diventare un tema prioritario nell’agenda della politica regionale in vista della tornata elettorale di settembre. Al di là di annunci e inaugurazioni è ora che la Regione Campania metta in atto al più presto un’adeguata ed efficace azione di prevenzione, piuttosto che attendere il conclamarsi delle varie crisi che puntualmente colpiscono il territorio come l’emergenza sul fronte della depurazione”.

Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania

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