Analisi microbiologica delle acque nelle strutture a rischio Legionella

L’analisi microbiologica delle acque è il metodo ideale per debellare la Legionella nelle strutture a rischio. Le Linee Guida in materia definiscono i criteri di indagine, utili soprattutto per gli imprenditori turistico ricettivi.
Laboratorio per analisi sulle acque a rischio

Non è vano allarmismo mettere in guardia dalla Legionella, un batterio dalle esigue dimensioni ma dalle rischiose ripercussioni sulla salute dell’uomo. Il rapporto inversamente proporzionale tra le misure di questo microrganismo e la sua aggressività rende doveroso prendere coscienza delle sue caratteristiche, delle modalità di trasmissione della patologia, dei rischi da essa derivanti, e anche di quelle che sono le più opportune metodologie da attuare per prevenirne e debellarne la proliferazione. Metodologie che trovano spazio nelle apposite Linee Guida stilate dall’Istituto Superiore di Sanità, tra le quali è contemplata anche l’analisi microbiologica delle acque nelle strutture a rischio.

Metodo di analisi delle acque a rischio

L’analisi microbiologica delle acque è una tecnica di indagine che interessa in maniera particolare gli imprenditori operanti nel settore turistico ricettivo, in quanto è proprio in queste tipologie di attività che è più facile rintracciare determinate strutture (quali piscine, vasche di acque termali, impianti di aerosol) ove la Legionella può trovare l’ambiente ideale alla sua proliferazione. Il primo passo previsto dalle Linee Guida è la raccolta o, in alternativa, l’aggiornamento delle informazioni tecniche relative all’impianto idraulico o aeraulico oggetto dell’analisi. In particolare, l’ISS richiede:

  1. Uno schema dettagliato della rete idrica;
  2. La precisa individuazione della tubazione di alimentazione idrica alla rete;
  3. La localizzazione di eventuali serbatoi di acqua, sia calda che fredda, nonché dei sistemi idonei a produrre aerosol d’acqua;
  4. L’identificazione delle linee di distribuzione idrica soggette a stagnazione o a scarso ricambio idrico;
  5. La puntuale datazione dell’impianto (al fine di comprenderne la vetustà);
  6. La distribuzione degli impianti idraulici e aeraulici a rischio;
  7. L’elencazione dei sistemi di disinfezione in uso sull’impianto idrosanitario.

Fondamentale, ai fini di una corretta metodologia di indagine, è poi la consultazione del registro degli interventi manutentivi operati sull’impianto; qualora tale registro manchi, sarà cura del tecnico incaricato all’analisi provvedere a stilarlo su richiesta del gestore della struttura.

Campionamento delle acque

Il campionamento delle acque è un momento delicatissimo, poiché rappresenta la fase centrale del processo finalizzato all’eventuale individuazione della Legionella. Esso va effettuato da un tecnico specializzato (microbiologo, ingegnere con esperienza specifica, etc..) opportunamente qualificato, che conosca dettagliatamente l’ambiente in cui prolifera la Legionella, i fattori che ne favoriscono lo sviluppo, nonché i rischi di trasmissione batterica. Inoltre, al tecnico incaricato è richiesta la conoscenza scrupolosa della nozione di sterilità. I campionamenti vengono effettuati sia sulle acque che sugli impianti aeraulici, generalmente con cadenza semestrale. La frequenza può però variare in relazione ai risultati riscontrati, alla tipologia di struttura, nonché nell’ipotesi in cui gli impianti abbiano subito modificazioni. È opportuno procedere al campionamento almeno 48 ore prima di qualsivoglia intervento di disinfezione, seguendo tutti i dettami in materia di sterilizzazione, al fine di evitare sia l’alterazione di quanto prelevato che la contaminazione dell’ambiente esterno.

In laboratori adeguatamente attrezzati, conformi alle disposizioni previste in materia dalle Linee Guida, il campione viene sottoposto ad analisi, al termine della quale viene rilasciato un rapporto in cui, oltre all’oggetto e alla metodologia della prova, sono indicati i risultati, parametrati ai limiti di legge previsti. Il tutto è vidimato dal timbro e dalla firma del responsabile del laboratorio.

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