La valutazione del rischio nel settore alimentare

Per valutare correttamente il rischio nel settore alimentare, ogni datore di lavoro deve considerare diversi fattori di pericolosità. Scopriamo quali.
controllo qualità in pastificio

Anche le imprese del comparto alimentare rientrano tra le aziende tenute alla valutazione del rischio. La ragione di tale inclusione sta nel fatto che questo business si caratterizza per l’ampia gamma di attività svolte al suo interno, le quali, conseguentemente, richiedono l’apporto di più lavoratori. Ed è proprio questo il fattore che rende necessaria la valutazione del rischio, dal d. lgs. n. 81/08 (Testo Unico sulla salute e sulla sicurezza nei luoghi di lavoro) posta come obbligatoria per tutte le imprese che abbiano almeno un lavoratore dipendente.

Detta valutazione, che fa capo al datore di lavoro (indicato come soggetto responsabile) dovrà prevedere quanto meno l’analisi dei seguenti elementi:

  1. Individuare i pericoli;
  2. Specificare le categorie di lavoratori maggiormente a rischio;
  3. Determinare le idonee misure di contenimento o eliminazione del rischio.

A valle della valutazione sarà obbligatorio redigere un documento che prende, per l’appunto, il nome di Documento di Valutazione del Rischio (in sigla DVR) che costituirà, in altre parole, il rapporto di valutazione che il datore di lavoro ha effettuato per la sua azienda e che potrà essere arricchito, ai fini di una valutazione più precisa e dettagliata, dalla trattazione dei rischi specifici, che potranno assumere forme diverse a seconda delle attività svolte dall’impresa di riferimento e dalle modalità con cui le stesse vengono svolte.

Rischio biologico | Meccanico |
Da formazione di atmosfere esplosive

pentola in cottura con fiamma e cuoco

Rischio biologico

donna in allevamento di maiali

Per quel che riguarda l’industria alimentare, molteplici sono le minacce che possono potenzialmente gravare sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori. Tra le tante, merita un’attenzione particolare il rischio biologico, intendendosi come tale quello prodotto da agenti patogeni. Si tratta di un pericolo rintracciabile in questo specifico settore, specie nelle imprese dedite alla lavorazione delle carni. Inoltre, l’utilizzo di coltelli e altri strumenti affilati potrebbe aumentare il rischio di infezioni, incidendo sulla salute del lavoratore. Pertanto, fondamentale è che il datore di lavoro provveda a formare e informare il personale addetto sulle modalità più corrette di lavorazione, e che fornisca in dotazione strumenti idonei a prevenire il rischio, come i guanti in kevlar, materiale idoneo a garantire resistenza ai tagli e alle abrasioni.

La prevenzione del rischio biologico prevede altresì ulteriori dispositivi di protezione individuale, quali: mascherine, a protezione delle vie aeree; occhiali, per difendere gli occhi da possibili schizzi di materiale organico a carica batterica; camice da lavoro, finalizzati ad assicurare una protezione completa per tutto il corpo del lavoratore.

Microclima

Con quest’espressione si fa riferimento alle condizioni microclimatiche (temperatura, umidità, ventilazione, ecc.) presenti negli ambienti in cui vengono svolte le lavorazioni. Tenerle sotto controllo è fondamentale in tutti i settori, specie in quello alimentare, dove, spesso, la necessità di conservare prodotti/materie prime e/o operare in ambienti a bassa temperatura espone i lavoratori a soventi sbalzi termici o a condizioni di lavoro “rigide”. Il periodico monitoraggio delle condizioni microclimatiche così come la sorveglianza sanitaria dei lavoratori sono adempimenti ai quali l’imprenditore deve sempre ottemperare per sua tutela e per la tutela della salute dei lavoratori.

Rischio meccanico

strumento in industria alimentare

È quello derivante dall’utilizzo dei macchinari industriali, diffusamente impiegati nel settore alimentare. Per dirsi esaustiva, la redazione del DVR dovrà quindi considerare anche questo pericolo. In particolare, il datore di lavoro dovrà individuare le strumentazioni più pericolose e formare il personale in merito al corretto utilizzo. Inoltre, l’imprenditore sarà tenuto a porre in essere una serie di divieti riguardanti i lavoratori deputati a maneggiare tali strumenti. Essi, infatti, non potranno indossare monili di alcun genere (come bracciali, anelli, collane) e dovranno tenere i capelli raccolti e sotto una retina apposita, al fine di evitare pericolosi impigliamenti. Altro aspetto fondamentale è garantire una manutenzione periodica, per far sì che i macchinari possano essere utilizzati senza pericoli dovuti al malfunzionamento o all’usura.

La movimentazione manuale dei carichi

Rientra tra i rischi meccanici ed è costituita dall’insieme delle operazioni di trasporto o sostegno di un carico da parte di uno o più lavoratori. Facile intuire che il pericolo connesso a quest’attività si sostanzia in un possibile danneggiamento della colonna vertebrale, degli arti, nonché delle articolazioni.

Per contenerne la pericolosità, il datore di lavoro deve preferire la movimentazione attuata mediante appositi macchinari a quella manuale. Allorché ciò non sia possibile, la valutazione del rischio impone di elargire precise informazioni circa il modo più opportuno di sollevamento dei carichi, che in ogni caso deve essere posto in essere soltanto allorché strettamente necessario. Quanto ai dispositivi, il lavoratore chiamato a movimentare carichi dovrà essere dotato di elmetto, guanti in materiale resistente e scarpe antinfortunistiche.

Rischio da formazione di atmosfere esplosive

analisi di laboratorio nel settore alimentare

Sarebbe riduttivo associare tale minaccia esclusivamente all’industria chimica. Essa riguarda anche il settore alimentare, ove spesso vengono utilizzati prodotti infiammabili. Per atmosfera esplosiva, il d.lgs. n. 81/08 intende la miscela tra aria e sostanze infiammabili (in forma di gas, polveri, nebbie) capace di giungere a combustione in presenza di determinate condizioni atmosferiche.
Pertanto, la valutazione del rischio dovrà svilupparsi lungo due binari:

  1. Stoccaggio dei materiali infiammabili: il datore di lavoro dovrà garantire che essi siano conservati in ambienti idonei e che siano maneggiati con cura da personale appositamente formato;
  2. Controllo della qualità dell’aria indoor: essendo la combustione determinata da precise condizioni atmosferiche, sarà fondamentale che esse vengano tenute costantemente sotto controllo. Pertanto, mediante l’ausilio di esperti e di adeguate strumentazioni tecniche, il datore di lavoro dovrà far sì che l’aria indoor rispetti sempre determinati parametri di sicurezza, tali da impedire la formazione di atmosfere esplosive.

Fondamentale in tal senso sarà altresì la predisposizione di specifiche procedure antincendio e, ove necessario, la progettazione di un sistema antincendio nonché, come sempre, l’informazione del personale sui corretti comportamenti da tenere in cui si concretizzi il pericolo delle fiamme e la nomina di un addetto alle emergenze, adeguatamente formato.

Condividi su:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su twitter
Twitter

Se hai bisogno di informazioni sui nostri servizi e come possiamo essere utile a te o alla tua azienda, contattaci

Consulenti ambientali da più di 25 anni

Esia affianca le aziende per consulenze e analisi di laboratorio su acque reflue, microclimi, inquinamento acustico, classificazione dei rifiuti, rischi biologici e altro ancora.

contattaci
Ultimi articoli:

Tel. +39 081 7349128/525
Fax. +39 081 6023256

Via Galileo Ferraris, 146
80146 - Napoli, Italia

esia@esiasrl.it

© Copyright ESIA Srl. Tutti I Diritti Riservati
P.IVA 07340020630