Chi ha paura del CoViD negli uffici? Come rendere sicuro l’ambiente di lavoro

Lo smart working è una certezza, ma il lavoro è anche presenza. L’ufficio resta fondamentale, e renderlo sicuro rientra negli obblighi imprenditoriali
uomo e donna in ufficio con mascherina

Con il piano vaccinale che accelera e la curva dei contagi che frena, sembra che il CoViD abbia smarrito un po’ di quell’aggressività con cui tanto a lungo ha condizionato la nostra quotidianità. Eppure, anche in un contesto che – innegabilmente – mostra di essere migliore rispetto a quello di alcuni mesi fa, la prudenza non è mai troppa. Pertanto, a prescindere dalla violenza con cui il virus imperversa nelle nostre vite, è fondamentale continuare a seguire le misure preventive dimostratesi utili in questo lungo periodo di pandemia. Abbiamo parlato in passato della prevenzione nei luoghi di lavoro in generale, così come indicate dall’ISS, e della possibilità di effettuare tamponi superficiali per valutare la salubrità dell’ambiente di lavoro. Misure che devono essere necessariamente applicate anche negli uffici, al fine di renderli sicuri e dunque pienamente fruibili. Sicuramente il lavoro da remoto (a cui si è fatto ampiamente ricorso per arginare i rischi di contagio da CoViD) è destinato a diventare una realtà della vita lavorativa futura; allo stesso tempo, però, riappropriarsi della socialità vuol dire anche tornare a prendere confidenza con i luoghi di lavoro, senza paure derivanti da eventuali contagi.

L’importanza delle operazioni preventive

Dunque l’obiettivo è il ritorno negli uffici, con tanta voglia di normalità e senza paura. Come raggiungere questo scopo? Innanzitutto, è fondamentale la prevenzione, che si attua predisponendo misure da realizzare già prima del ritorno dei lavoratori. In particolare, sarà opportuno:

  1. Effettuare un controllo sugli impianti aeraulici presenti all’interno dell’azienda: in un’ottica di contenimento del virus, è necessario assicurare una corretta aerazione dei locali. Essa può essere posta in essere mediante ricambio d’aria (per esempio, aprendo le finestre) o utilizzando appositi sistemi di ventilazione. Questi ultimi, pertanto, devono essere correttamente manutenuti al fine di garantire che l’aria indoor sia sempre qualitativamente apprezzabile;
  2. Pulire e disinfettare con attenzione i locali destinati alla vita lavorativa: azione che prevede l’utilizzo di presidi medici chirurgici autorizzati dalle competenti autorità, nonché di macchinari di comprovata efficacia. Per mantenere un certo standard, è preferibile ripetere questa operazione anche successivamente alla riapertura degli uffici, a cadenze periodiche;
  3. Organizzare il flusso di lavoro: si diceva che lo smart working è destinato a diventare una consuetudine, il che permetterà anche di gestire in maniera più prudente l’accesso agli uffici. L’imprenditore, a scopi precauzionali, potrà infatti decidere per una nuova organizzazione che preveda una pianificazione graduale destinata, una volta che le regole di convivenza con il virus saranno state totalmente assimilate, a spalancare i cancelli della fabbrica a tutti i lavoratori.

Rendere sicuro l’ambiente di lavoro è un’operazione che prende avvio già con queste misure preventive, ma che non si esaurisce in esse. Esistono infatti altri accorgimenti che, uniti al buonsenso, permettono a chi fa impresa di vincere la paura e le ritrosie di chi ancora sente vivo il rischio contagio.

Formazione e organizzazione

Di notevole importanza è anche l’attenzione che l’imprenditore presta al tema della formazione. Nello specifico, e al fine di garantire la tutela della salute, è necessario che chi torna in ufficio sia minuziosamente informato circa i pericoli da CoViD e le relative misure di contrasto. Si potrà legittimamente osservare che si tratta di argomenti ormai noti a tutti, ma ciononostante è bene informare, per far sì che nulla venga lasciato al caso. Altro tema di interesse è quello dell’organizzazione. Non soltanto dei flussi di lavoro – come detto al paragrafo precedente – ma, in generale, delle aree in cui si svolge l’attività. In questo senso, può essere utile:

  • Tracciare percorsi a senso unico;
  • Limitare numericamente l’accesso alle zone comuni;
  • Ridurre – allorché lo esigenze produttive lo permettano – i componenti dei singolo gruppi di lavoro, al fine di evitare contatti che non siano strettamente necessari.

Nel caso in cui le squadre di lavoro non possano essere ridotte, l’imprenditore potrà far installare pannelli in plexiglass (fissi o mobili) che consentiranno di tenere a bada il contagio anche quando esso potrebbe essere favorito dalle attività svolte gomito a gomito. Il tutto, in un contesto in cui viga, ove e quando possibile, distanza interpersonale, la cui importanza potrà essere costantemente ribadita dall’apposizione di specifici cartelli e banner informativi, riguardanti questa e le altre misure a cui attenersi per il contenimento del virus.

Dispositivi di protezione e igiene personale

Come in ogni altro ambito sociale, anche in quello lavorativo mascherine e pulizia fanno tanto in tema di contrasto.

Fornire i dipendenti di appositi dispositivi di protezione anti CoViD è un obbligo previsto dalla normativa sanitaria a carico dell’imprenditore. Egli è inoltre tenuto a favorire l’igiene personale, ponendo in essere tutti gli accorgimenti in tal senso necessari. Accorgimenti che si concretizzano non solo nella fornitura di sapone antibatterico e di acqua potabile garantita da un adeguato impianto igienico – sanitario, ma anche dall’installazione delle cosiddette “stazioni igienizzanti”, ove sarà possibile trovare un dispenser contenente un apposito gel lavamani.

Insieme all’erogatore, sarà possibile anche trovare informazioni sulla composizione del gel (quelli più efficaci hanno una percentuale di alcol superiore al 60%) e sulla corretta procedura da seguire per fruirne correttamente.

L’informazione è quindi fondamentale in questo campo, come lo è anche in riferimento ai dispositivi di protezione individuale, riguardo i quali i lavoratori devono ricevere indicazioni utili per beneficiarne nel migliore dei modi. In particolare, l’informativa descriverà come e per quanto tempo indossare le mascherine per far sì che esse siano idonee alla funzione loro assegnata.

Sorveglianza sanitaria e sostegno psicologico

Il processo di messa in sicurezza dei luoghi di lavoro non potrebbe dirsi completo se non prevedesse anche un sistema di sorveglianza sanitaria. Ricorrendo a questo strumento, con l’ausilio di professionisti del settore l’imprenditore potrà fornire ai lavoratori un supporto medico tramite cui monitorare periodicamente il proprio stato di salute. Inoltre, è opportuno che chi fa impresa provveda – sempre ricorrendo a personale specializzato – alla redazione di un piano da attuare in caso di contagio da CoViD.

Il sistema di sorveglianza sanitaria si può arricchire altresì di un utile supporto psicologico. Si tratta di uno strumento fondamentale per aiutare quelle persone che, nonostante l’andamento attuale della pandemia, conservano ancora un certo timore che ne frena le possibilità di interazione. Una paura legittima, di cui l’imprenditore deve tener conto allorché si appresti a rendere sicuri e accoglienti i suoi uffici, dal momento che il benessere dei lavoratori non è soltanto fisico, ma anche mentale.

Condividi su:

Condividi su facebook
Facebook
Condividi su linkedin
LinkedIn
Condividi su twitter
Twitter

Se hai bisogno di informazioni sui nostri servizi e come possiamo essere utile a te o alla tua azienda, contattaci

Consulenti ambientali da più di 25 anni

Esia affianca le aziende per consulenze e analisi di laboratorio su acque reflue, microclimi, inquinamento acustico, classificazione dei rifiuti, rischi biologici e altro ancora.

contattaci
Ultimi articoli:

Tel. +39 081 7349128/525
Fax. +39 081 6023256

Via Galileo Ferraris, 146
80146 - Napoli, Italia

esia@esiasrl.it

© Copyright ESIA Srl. Tutti I Diritti Riservati
P.IVA 07340020630