Le certificazioni che la tua azienda dovrebbe avere

Le certificazioni vanno considerate per ciò che sono: non noiose scartoffie ma un mezzo per migliorare il proprio business. Ecco le più importanti.
imprenditore nel suo ufficio con braccia dietro al collo in relax

Burocrazia: una parola che evoca scartoffie da compilare e tempo da sprecare. Un binomio in netta contrapposizione con lo scorrere delle lancette, che ha sempre un valore inestimabile, specie all’interno di una realtà imprenditoriale. Eppure, l’idea  che le pratiche siano una totale perdita di tempo non è del tutto corrispondente alla realtà. Certo, curare l’aspetto burocratico della gestione aziendale è un’attività che inevitabilmente richiede l’impiego di energie e ore spendibili in altro modo, ma si tratta pur sempre di una funzione necessaria, se si vuole restare protagonisti in un mercato che non può prescindere dall’attenzione a tematiche specifiche.

Intro

Trasparenza, ambiente, qualità e sicurezza del lavoro sono soltanto alcune di quelle argomentazioni a cui ogni impresa deve prestare attenzione, se intende continuare a svolgere un ruolo di rilevanza sul palcoscenico del business. L’impegno profuso verso queste tematiche si sostanzia anche nell’acquisizione di determinate certificazioni, idonee ad attestare la conformità dell’azienda alle norme di riferimento stabilite per ogni determinato settore. Nello specifico, esistono documentazioni di tipo:

  • Generale: in quanto tali ottenibili da ogni impresa:
  • Particolare: circoscritte a determinati settori produttivi;
  • Obbligatorio: come tali specificamente richieste dalla legge (come quelle relative alla sicurezza nei luoghi di lavoro o quelle di cui deve dotarsi un’impresa operante nel settore degli appalti pubblici);
  • Discrezionale: rimesse al potere decisionale del titolare dell’impresa. 

Queste ultime pur non essendo imposte dalla legge, sono cionondimeno idonee a garantire la qualità del servizio offerto. Altra distinzione esistente è quella tra certificazioni di sistema (rilasciate allorché il ciclo produttivo dell’azienda è tale da garantire determinati benefici per la clientela) e di prodotto (relative a servizi o prodotti specifici, assicurano l’esistenza di determinati requisiti tecnici pretesi dalla normativa nazionale o sovranazionale).

1. ISO 9001

Ma quali sono le certificazioni indispensabili per ogni attività d’impresa? Una di esse è sicuramente questa in esame. Pur non essendo obbligatoria, essa è fondamentale per adeguare l’organizzazione aziendale a determinati standard qualitativi riconosciuti a livello globale. Nello specifico, la ISO 9001 risulta essere essenziale al fine di riorganizzare i processi produttivi così da renderli più rispondenti alle esigenze del mercato. Si tratta dunque di una certificazione che premia la qualità del lavoro svolto da ogni impresa, il che ha ripercussioni positive non soltanto nel rapporto con la clientela ma anche con i fornitori, contribuendo così alla creazione di un circolo virtuoso che ha effetti favorevoli sull’intero ambito produttivo ed economico.

2. DVR: da esposizione ad agenti patogeni

Tra gli attestati di carattere obbligatorio, una menzione particolare merita il DVR. Determinante per salvaguardare la salute dei dipendenti, esso è obbligatoriamente previsto dalla legge al fine di individuare prima e valutare poi le eventuali minacce presenti negli spazi aziendali. A completarne la redazione, vi è anche l’elenco dei lavoratori maggiormente esposti al rischio, tenuto conto sia delle mansioni svolte che di determinati fattori fisici. Il documento non va considerato come una pratica burocratica da sbrigare una tantum, bensì come un prezioso elaborato da rivedere periodicamente, ogni qualvolta determinati accadimenti (per esempio: cambiamenti nei processi produttivi, mutamenti nell’organizzazione dell’attività o il verificarsi di gravi infortuni).

Numerose sono le tipologie di DVR, poiché svariate sono le possibili minacce gravanti sui lavoratori. Una di queste è senza dubbio quella di carattere biologico, che si verifica allorché determinati patogeni mettono a repentaglio il benessere dei dipendenti. Si tratta di un rischio trasversale, in quanto tale capace di interessare imprese operanti in mercati diversi (per esempio, l’ambito sanitario o quello di lavorazione delle carni), tutti accomunati dalla necessità di ridurre – o quantomeno contenere – possibili effetti collaterali. In tal caso, il DVR sarà fondamentale per individuare i pericoli e per delineare le migliori strategie di difesa, finalizzate a ridurre l’esposizione anche mediante l’utilizzo corretto dei dispositivi di protezione individuale.

3. per Rischio fisico

In tal caso, il documento individua e valuta la gravità di agenti di carattere fisico (vibrazioni meccaniche, rumori, campi elettromagnetici) capaci di incidere negativamente sul benessere dei lavoratori. Anche in questo caso, si tratta di un DVR comune a più tipologie d’imprese, diverse quanto a settore produttivo di riferimento. Se, infatti, i campi elettromagnetici si generano soltanto in alcuni processi produttivi, l’attenzione al microclima (in cui temperatura, umidità e qualità dell’aria possono generare rischi) è invece doveroso in tutte le realtà aziendali, pertanto va monitorata specificamente da ogni datore di lavoro.

4. da esposizione a elementi cancerogeni

In alcune aziende, tali sostanze forniscono un  fondamentale apporto nello svolgimento di determinati processi produttivi. Dunque, pur essendo indubbiamente nocive, a esse non si può rinunciare, pena lo stop della produzione. In ragione di ciò si rende più che necessario redigere il relativo DVR, in cui gli agenti cancerogeni e mutageni vengono dapprima individuati e poi attenzionati, al fine di ridurne la pericolosità. Nello specifico, il certificato dovrà insistere su:

  • Le mansioni svolte dai lavoratori;
  • Le fonti di emissione e le modalità di propagazione;
  • La durata dell’esposizione.

Il DVR va aggiornato ogni tre anni, intervallo di tempo che si riduce nel caso in cui sorgano modifiche negli spazi aziendali, nelle tecniche di lavorazione o in riferimento alle attrezzature utilizzate.

5. da stress da lavoro correlato

Termine che designa il pericolo derivante dalla mancanza di quelle condizioni lavorative in grado di indurre una situazione di serenità nei lavoratori. Si tratta di un rischio che attiene direttamente la sfera psicologica, meritevole di attenzione al pari degli altri. Anche in tal caso, si è al cospetto di un rischio che può indistintamente interessare svariate imprese. Lo stress è infatti una condizione non limitata a specifiche aree imprenditoriali, bensì è potenzialmente presente in ogni ambito. Il relativo DVR dovrà inquadrare i fattori di stress e misurarne l’incidenza sui lavoratori, tenuto conto anche delle mansioni svolte. Tutto ciò, al fine di allestire un ambiente sereno, presupposto essenziale per garantire benessere e – conseguentemente – produttività.

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