Imprenditori del terziario, ecco le 7 falle più frequenti in tema di sicurezza aziendale

Diversi quanto ad attività, i tre settori economici sono accomunati dai rischi per la salute. Sottovalutarli crea problemi di sicurezza aziendale.
imprenditore infortunato in ufficio

Sottovalutare una minaccia è il modo più rapido e sicuro per esporsi a essa. Nel mondo delle imprese, ciò si verifica quando ci si convince che alcune minacce siano estranee a determinati settori produttivi. Più dettagliatamente, si potrebbe erroneamente essere certi che esistano alcuni ambiti imprenditoriali del tutto estranei ai rischi per la salute dei lavoratori.

Una supposizione del tutto infondata, considerando che le minacce sono potenzialmente capaci di gravare su ogni tipologia di dipendente, a prescindere dal business in cui presta la sua opera. Ciò perché i rischi hanno carattere trasversale, dunque sono capaci di insidiare sia il settore primario che quello secondario e terziario. Quest’ultimo, specificamente dedicato ai servizi, potrebbe essere immaginato come uno spazio in cui i pericoli, se non circoscritti, sono quantomeno differenti rispetto a quelli presenti in altre realtà imprenditoriali. Ma non è affatto così; pur racchiudendo business diversi da quelli svolti dalle imprese del primo e secondo settore, il terziario è esposto a una pluralità di insidie del tutto identiche a quelle rintracciabili al di fuori di esso. 

1. Amianto

Si parlava poc’anzi di trasversalità del rischio, e questo elemento ne è la conferma. Nonostante gli interventi del legislatore, l’asbesto è tutt’oggi presente in molti edifici, specie in quelli più datati. Quindi può accadere che anche determinate aziende del terzo settore abbiano sede ove vi sia ancora presenza di amianto, il che si traduce in un potenziale rischio per i dipendenti. Rischio che, quindi, va attentamente valutato e contrastato, al fine di evitare l’insorgenza di determinate patologie (per esempio, tumore al polmone e cancro alle ovaie) estremamente dannose per chi svolge mansioni all’interno di spazi non bonificati. 

2. Radon

Rappresenta un’altra potenziale falla in tema di sicurezza aziendale del terzo settore. Pensare che tale gas naturale sia una minaccia soltanto per le attività estrattive (dunque rientranti nel primario) vuol dire non aver ben chiare le dimensioni della problematica. Il radon è sì un gas naturale che si sprigiona dal sottosuolo, ma esso non è certo un rischio estraneo alle imprese di servizi. Basti pensare a quelle imprese che hanno depositi sotterranei, o anche ai caveau degli istituti bancari (ambienti a contatto con il sottosuolo, dal quale il gas può propagarsi sfruttando eventuali crepe o fessure) per capire che tale elemento naturale può minacciare anche la salute di chi è impiegato nel terziario. 

3. Legionella

Seppur dalle conseguenze meno gravi rispetto ai rischi precedentemente elencati, questo agente patogeno merita di essere attenzionato anche dai datori di lavoro del terzo settore. Fondamentale è l’attenzione alla qualità dell’aria indoor, che può essere resa insalubre dalla presenza di tale microrganismo il quale, approfittando di sistemi aeraulici scarsamente manutenuti, può proliferare, trasformandosi così in un’insidia per la salute di chi svolge mansioni all’interno dell’azienda. Uffici di vario tipo, enti, ma anche studi dentistici: la Legionella può essere un serio ostacolo al corretto svolgimento di qualsivoglia attività. 

4. Comfort ambientale

Garantire il buon funzionamento degli impianti idraulici e di condizionamento è opportuno non soltanto per debellare gli agenti patogeni, ma anche – più in generale – per contribuire a creare un piacevole ambiente climatico che favorisca la produttività. Uno spazio fresco nei mesi estivi e piacevolmente caldo in quelli più rigidi è imprescindibile per far sì che il benessere aziendale sia concretamente avvertito dai dipendenti. Il comfort non si limita però soltanto a questo; di pari importanza è provvedere a fornire sedute ergonomiche in grado di evitare stress di carattere muscolo – scheletrico, nonché assicurare una corretta illuminazione, al fine di garantire un apporto di luce idoneo alle mansioni da svolgere.

5. Mensa aziendale

Un’area che può talvolta rappresentare il tallone d’Achille di un’impresa del terziario. Il rischio è quello di carattere biologico, per evitare il quale è doveroso assicurare (spesso mediante il ricorso a ditte esterne) prodotti dagli standard igienico – qualitativi di massimo livello. La minaccia, però, non interessa soltanto chi consuma i pasti, ma anche chi li prepara. In tal caso, il pericolo può riguardare l’inalazione di fumi, tagli, abrasioni, disturbi muscolo – scheletrici, nonché quello il rischio elettrico. Senza poi dimenticare il microclima, che forse all’interno di una cucina è ancor più rilevante che altrove, e quello chimico, legato alla pulizia e alla manutenzione degli strumenti e degli utensili impiegati. 

6. Campi elettromagnetici

Davvero possono riguardare anche il terziario, o è un’esagerazione? Di certo non si tratta di un eccesso di prudenza. Basti pensare che i campi elettromagnetici vengono generati da alcuni macchinari solitamente utilizzati in campo sanitario, specificatamente nella diagnostica. Dunque, essi costituiscono un rischio cui devono badare gli imprenditori operanti in tal campo, i quali, al fine di contenerlo, devono far riferimento alla normativa di legge. Nello specifico, è il Testo Unico in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro a fissare determinati valori, oltrepassati i quali i campi elettromagnetici sono ritenuti dannosi per la salute di chi vi è esposto.

7. Vibrazioni

Discorso simile può essere fatto in merito ai moti oscillatori. Sarebbe limitativo supporre che essi minaccino soltanto chi utilizza determinati strumenti (per esempio, i martelli pneumatici). Le vibrazioni vengono infatti generate anche da apparecchiature impiegate nei centri sanitari, dunque possono mettere a repentaglio anche chi presta la propria opera nel terzo settore. Pertanto, gli imprenditori operanti in questo ambito e alle prese con questa tipologia di rischio, dovranno ridurre la minaccia ricorrendo a vari accorgimenti, quali: 

  1. Il controllo periodico degli strumenti che emettono vibrazioni;
  2. La programmazione dei turni di lavoro, con lo scopo di ridurre l’esposizione alla fonte di pericolo;
  3. Il ricorso alle visite specialistiche, così da valutare periodicamente lo stato di salute dei lavoratori.

Misure simili a quelle intraprese da colleghi operanti in altri ambiti imprenditoriali; perché il sistema economico è suddiviso in tre aree, ma ciò non vuol dire che il rischio non sia in grado di sconfinare da una verso le altre.

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